Articoli e nomi propri

Il Paolo e la Francesca, il Leopardi e la Szymborska

Quante volte ti è capitato di usare un articolo davanti a un nome proprio di persona, o di sentirlo usare? Sicuramente almeno qualcuna, e a seconda della tua provenienza geografica e/o dalla regione italiana dove vivi abitualmente ti capiterà più o meno frequentemente.

 

Oggi andremo ad approfondire un argomento che è strettamente legato alla lingua parlata, e di conseguenza alla regione di provenienza del parlante: come sai, ogni zona d’Italia, ogni regione, persino ogni città e paese hanno il proprio dialetto e i propri modi di dire tipici.

 

Per esempio, un giorno ti parlerò della favolosa locuzione “solo più” che si usa soltanto in Piemonte (purtroppo)… ma non è questo il giorno! (cit.)

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Oggi parliamo di articoli e nomi propri: la cosa interessante, come vedremo, è osservare come un modo di dire della lingua parlata sia accettabile anche nello scritto, ma solo in certi casi.
Dipende dal registro linguistico che si sta usando (ovvero se si sta tenendo un tono colloquiale o uno alto e letterario), dall’affetto che ci lega alla persona in questione e anche se stiamo parlando di una determinata caratteristica di questa persona.

Se fai caso al titolo di questo paragrafo, trovi già un’anticipazione: prova a rileggerlo.

 

Piccola nota da Penna Rossa: Wisława Szymborska è la mia poetessa preferita. Si tratta di una poetessa polacca del Novecento, probabilmente la più importante e influente degli ultimi anni; nel 1996 ha vinto il Premio Nobel per la letteratura. Se non la conosci e apprezzi la poesia, potrebbe essere una bellissima lettura!

 

Tornando al nostro titolo: rileggendolo, ti accorgerai che per quanto riguarda i primi due nomi, la presenza dell’articolo ti crea una certa impressione di familiarità (specie se sei originario o vivi nel Nord Italia); nel secondo caso sembra ci sia una certa ricercatezza, come se fossimo su un libro di scuola; nell’ultimo, invece, potremmo essere di fronte a un articolo di giornale, quindi un contesto formale ma non troppo.

 

Ma la domanda è: è corretto, oppure no?

 

Andiamo a scoprirlo insieme!

 

penna stilografica

Alvaro Serrano on Unsplash

 

I NOMI E L’ARTICOLO DETERMINATIVO

 

Nomi propri

Nella lingua parlata del Nord Italia, l’uso dell’articolo determinativo (il/lo/la) davanti a un nome proprio è molto diffuso, ma soltanto quando ci si riferisce a un conoscente o un amico; la stessa cosa succede anche in Toscana, ma solo per i nomi femminili.

 

Per esempio, è possibile sentire frasi come “Il Riccardo a settembre si sposa con la Giulia” parlando appunto in un contesto amicale o familiare, ma non sentiremo mai dire “l’Elisabetta d’Inghilterra” riferito all’attuale sovrana del Regno Unito.

 

È possibile trovare anche attestazioni letterarie di questo fenomeno, ma si tratta perlopiù di frasi dove lo scrittore sta volutamente imitando il linguaggio parlato:

  • “Ricorditi di me, che son la Pia.” Dante, Divina Commedia, Pg. V, 133
  • “Lascia star la Nena, che non ha dote.” G. Verga, Pane nero in Novelle Rusticane

 

Ma cosa dice la grammatica per quanto riguarda l’italiano standard scritto?

L’articolo determinativo davanti a nome proprio NON si dovrebbe mai usare, a meno che, appunto, non sia fatto apposta per imitare un registro parlato e colloquiale.

 

Soprannomi

Ancora più frequente è l’uso dell’articolo determinativo davanti ai soprannomi:

  • Il Divin Codino (Roberto Baggio)
  • Il Signore degli Anelli (Jury Chechi)
  • La Lady di Ferro (Margaret Thatcher)
  • Il Magnifico (Lorenzo de’ Medici)

 

In questo caso, l’uso dell’articolo è corretto e sempre accettato, anche nell’italiano scritto.

 

Cognomi

Qui, la questione prende una piega interessante, poiché l’uso si differenzia in base a due fattori: il registro linguistico che si sta usando, e se si tratta di un cognome maschile o femminile.

Nel primo caso, è molto frequente trovare l’articolo determinativo davanti a un cognome quando siamo in un contesto alto e letterario (sia parlato che scritto), come può essere un saggio o un testo universitario:

    • Il Manzoni non scrisse soltanto I promessi sposi.
  • L’Alfieri nacque ad Asti.

 

Per quanto riguarda i cognomi femminili, invece (soprattutto quelli di donne famose), fino ad oggi c’è stata la fortissima tendenza (l’obbligo, secondo alcune grammatiche) a usare sempre l’articolo determinativo prima di essi sia in contesti formali che informali:

  • La Pellegrini è una grande nuotatrice.
  • La Vezzali è una ex schermitrice.

 

Oggi però questo uso inizia a venir percepito come discriminatorio, poiché viene fatto solo per cognomi femminili: è preferibile quindi evitarlo, e servirsi invece di nome e cognome quando è necessario.

  • Federica Pellegrini è una grande nuotatrice.
  • Valentina Vezzali è una ex schermitrice.

 

schermidori in pedana

Micaela Parente on Unsplash

 

I NOMI E L’ARTICOLO INDETERMINATIVO

Non esistono soltanto gli articoli determinativi: esistono casi in cui al nome proprio si abbina l’articolo indeterminativo (un/uno/una)?

 

Certo che sì, ma sono meno frequenti.

 

  • Quando il nome/cognome è accompagnato da elementi che lo specificano.
    Esempio: Stasera abbiamo visto un Vittorio strabiliante.

 

  • Con il significato di “un tale, un certo individuo”.
    Esempio: Un volta qui abitava un Musso, non ricordo il nome.

 

  • Per prendere un nome proprio come termine di paragone.
    Esempio: Non si trova tutti i giorni uno Steve Jobs.

 

  • Quando il nome proprio, o più spesso il cognome, indica un referente concreto a cui è in qualche modo collegato.
    Esempio: Il museo ha appena acquistato un nuovo Van Gogh.

 

Tutti questi usi sono accettati sia nel parlato che nello scritto.

persona che guarda un quadro

Igor Miske on Unsplash

 

 

E I NOMI DELLE AZIENDE?

I nomi propri delle aziende fanno gruppo a sé: non c’è una regola ferrea che imponga o vieti l’uso dell’articolo in questo caso.

 

Se osserviamo il modo in cui normalmente vengono usati, possiamo notare che spesso dipende da quanto l’azienda in questione è popolare o familiare a colui che parla o scrive: in questo caso, è più comune trovare la presenza dell’articolo.

Esempio

  • La Ferrero ha la sede principale ad Alba.
  • La Apple sta per lanciare il nuovo iPhone.

 

Inoltre, nella stragrande maggioranza dei casi, si usa l’articolo femminile poiché si dà come sottintesa una parola femminile come azienda, ditta, società, fabbrica, banca, compagnia, fondazione e via dicendo.

 

Tuttavia, capita anche di trovare frasi costruite senza articolo, a volte per nominare le stesse aziende che in altri casi vengono precedute da un articolo:

  • Apple sale di un punto percentuale in borsa.
  • Ryanair ha cambiato le regole per il bagaglio a mano.

 

Come abbiamo detto, in questi casi non c’è una regola: entrambe le forme sono considerate corrette.

cioccolatini

Isabella and Sza Fisher on Unsplash

 

QUINDI…

Oggi abbiamo svelato il mistero dell’articolo davanti ai nomi: perlopiù si tratta di un uso riservato al parlato, perciò, se sei in dubbio e devi scrivere un testo per la comunicazione online della tua azienda, non usarlo.

 

Ma se vuoi fare le cose precise, eccoti uno schemino riassuntivo:

 

Articolo determinativo (il/lo/la) davanti a:
nomi propri maschili/femminili: solo nel parlato, NO nello scritto
cognomi maschili: solo in registri alti e formali
cognomi femminili: è preferibile la forma nome + cognome
soprannomi:

 

Articolo indeterminativo (un/uno/una) va bene quando:
– il nome/cognome è accompagnato da elementi che lo specificano
– esprime il significato di “un tale, un certo individuo”
– il nome proprio come termine di paragone
– il nome/cognome indica un referente concreto a cui è in qualche modo collegato

 

Nomi delle aziende: non c’è una regola ferrea, l’articolo determinativo si può usare od omettere

 

Ora sta a te!

 

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… ci vediamo lunedì prossimo!

 

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

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BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.

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SITOGRAFIA

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Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

 

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