Robin Hood può centrare un bersaglio… ma non *c’entrare in una disputa!
Primissima cosa: vedi quell’asterisco prima di *c’entrare? Significa che *c’entrare è una forma scorretta, che non va mai scritta; siccome nell’articolo di oggi parleremo di molte forme scorrette, te le segnalerò tutte in questo modo.
Oggi parleremo infatti di un errore molto diffuso, e che purtroppo sta prendendo sempre più piede.
A tal proposito… ti devo svelare una cosa. Questo argomento mi sta molto a cuore, e non lo scorderò mai più, perché una volta mi è capitato di commettere questo errore in un testo. Ho scritto, con leggerezza, “Non vedo cosa possa c’entrare”.
Tremendo. Dramma e tragedia.
Quando mi è stato fatto notare è stato terribile… ma da allora non l’ho più dimenticato né sbagliato!
Purtroppo, ogni tanto capita di sbagliare: l’importante è imparare ad accorgersene subito, correggere, e non commettere più lo stesso errore.
Oggi quindi impareremo da un mio errore e andremo a scoprire come usare i verbi entrare e centrare in maniera corretta… e ci scolpiremo nella mente che il verbo *c’entrare non esiste!
Gli errori più comuni li incontriamo quando vengono scambiate tra di loro le forme centra e c’entra, che ovviamente sono diverse e significano cose diverse, ma anche quando decliniamo all’infinito: centrarci potrebbe andare bene, in determinati contesti, ma sicuramente *c’entrarci è SEMPRE un errore!
Come imparare a distinguerli? Andando ad analizzare il loro significato e il modo in cui vanno usati… così poi non avrai più scuse!
L’italiano è una lingua affascinante… e la lingua è il mezzo più potente che hai per far crescere la tua attività, perché è la base di tutta la tua Comunicazione online! Certo, le immagini sono importanti e attirano l’occhio, ma alla fine sono sempre i testi a fare la differenza.
Ecco perché ogni lunedì, un argomento alla volta, insieme scopriamo “come scrivere bene”. Solo conoscendo bene questo strumento, e usandolo al meglio, potrai far sì che i tuoi testi siano capaci di conquistare il cuore di tutti i tuoi clienti: più saranno corretti e interessanti, più i clienti penseranno a te come esperto e competente
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E ora, andiamo a scoprire le differenze tra entrare e centrare!
CENTRARE
Partiamo dalla base: il verbo centrare.
Scopriamo cosa ci dice il GRADIT (Grande Dizionario Italiano dell’Uso):
- colpire nel centro: centrare un bersaglio, centrare il boccino
- fig., cogliere, individuare con acutezza e precisione: centrare un problema, centrare l’argomento; centrare un personaggio, di attore o regista, interpretarlo o rappresentarlo correttamente evidenziandone le caratteristiche fondamentali | conseguire in pieno: centrare l’obiettivo
- fissare nel centro: centrare il compasso; in fotografia e sim., inquadrare nel centro dell’obiettivo, del fotogramma o dello schermo: centrare un soggetto, un’immagine sullo schermo
Deriva dal sostantivo centro, al quale è stata aggiunta la desinenza -are: il suo significato, come vedi, è sempre strettamente connesso con il significato appunto di “centro”. Che si tratti di un bersaglio, un obiettivo, un argomento, sempre al suo centro finiamo.
Esempi
- Robin Hood ha vinto la gara centrando perfettamente il bersaglio.
- Sul manifesto, il logo deve essere centrato.
- Nell’immagine di copertina siamo di lato, il grafico dovrebbe centrarci.
- Centra la buca al primo colpo e ti offro la cena!
- Giacomo è riuscito a centrare perfettamente il problema.
Silvan Arnet on Unsplash
ENTRARE O ENTRARCI
Sicuramente sai riconoscere benissimo da solo la differenza tra centrare, che abbiamo appena visto, ed entrare: ma per amor di precisione consultiamo il dizionario.
Per entrare, il GRADIT riporta più di dieci significati, ma tutti riconducono al primo, il principale:
- v.intr. (essere) passare dall’esterno all’interno; andare dentro: entriamo in casa, una gran folla stava entrando allo stadio, mi è entrato un sassolino nella scarpa; venire all’interno: entra pure!, entrate!; immettersi: entrare in autostrada; immergersi: entrare in acqua | infilarsi: questa chiave non entra nella toppa, il chiodo entra nel muro
Il concetto è quindi quello di entrare dentro qualcosa, che sia un luogo fisico, un gruppo, un vestito, una condizione, una faccenda in cui immischiarsi.
Fin qui, tutto chiaro.
I problemi sorgono quando abbiamo a che fare con il derivato entrarci, ovvero entrare + la particella enclitica ci, che indica “dentro cosa”.
In questo caso, la prima persona singolare è io ci entro, e non solo io entro come invece avviene per il verbo entrare nella sua forma “pura”. Da io ci entro, passiamo naturalmente a io c’entro, ovvero all’elisione dovuta all’incontro tra due vocali.
Mi segui?
Io c’entro = io ci entro
Il GDLI (Grande Dizionario della Lingua Italiana) puntualizza riguardo a entrarci:
1) con valore intensivo, ‘trovare posto, avere spazio sufficiente per stare in qualcosa’: in questa macchina c’entrano quattro persone; ‘essere contenuto’: il due nel quattro c’entra due volte;
2) per il caso che qui ci interessa maggiormente, in senso figurato con il significato di ‘avere parte, attinenza, relazione con qualcosa’: che c’entra questo con quanto è accaduto?, non c’entra niente, io non c’entro!, come nella nota locuzione entrarci come i cavoli a merenda -tra l’altro, usata quasi sempre nella forma c’entra come i cavoli a merenda e molto più raramente all’infinito.
Vediamo qualche esempio:
- Io non c’entro niente con questa faccenda.
- Quello che stai dicendo non c’entra niente.
- Quei vestiti non c’entrano niente con il tuo stile.
- Quella scultura nella rotonda sembra non entrarci niente con la città.
In questi casi troviamo la prima tipologia d’errore: l’omissione dell’apostrofo e l’uso di io centro quando invece si deve scrivere io c’entro.
NON farlo mai! Per distinguerli, pensa sempre al significato: è coinvolto in qualche modo il centro effettivo di qualcosa? Stai puntando un bersaglio? Allora l’apostrofo non ci va.
Ma se invece stai parlando di entrare in qualcosa, o essere inerente a qualcosa, metti sempre l’apostrofo. Puoi anche fare la prova del nove: se usando la forma non elisa, ovvero io ci entro/egli ci entra ecc. tutto torna, allora sicuramente è il caso di usare l’apostrofo e di non scrivere tutto attaccato.
Nick Fewings on Unsplash
CENTRARE VA BENE… *C’ENTRARE NO!
Ecco svelato perché *c’entrare è sempre sbagliato, senza se e senza ma: perché NON esiste (e se lo scrivi… BACCHETTATE!).
La forma corretta di questo infinito è entrarci.
Punto.
In realtà, questa norma così netta è un aiuto: se te la ricordi, ogni volta che sei in dubbio se mettere o meno l’apostrofo, ti basta pensare al significato e confrontare i due infiniti, centrare ed entrarci.
Esempio
Non capisco cosa dovrebbe centrare il grafico. -> questa frase vuole inequivocabilmente dire che non capisci quale elemento il grafico dovrebbe allineare al centro; NON che non capisci in che modo il grafico sia implicato nella faccenda.
In questo secondo caso, dovresti dire:
Non capisco perché il grafico dovrebbe entrarci.
Tutto chiaro? Ricorda: se sei in dubbio, pensa sempre al significato che vuoi esprimere… e se in qualche modo è coinvolto il centro di qualcosa oppure no.
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QUINDI…
Centra l’obiettivo, ma non usare argomentazioni che non c’entrano! E se proprio devono entrarci, pensa bene a quello che stai cercando di dire!
(Quanto mi diverto a fare esempi inserendo nel discorso gli argomenti di cui abbiamo parlato – la Penna Rossa si diletta così.)
Il significato che stai cercando di esprimere è alla base di tutto: una volta che ricordi che la forma corretta è entrarci e non *c’entrare, sei a cavallo!
Ora sta a te!
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E per scoprire altri errori da NON fare…
…ci vediamo lunedì prossimo!
La Penna Rossa
BIBLIOGRAFIA
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