Il plurale delle parole composte – I

Diverse composizioni, diversi plurali

Siamo talmente abituati a parlare e leggere (magari un po’ meno a scrivere) tanto da farlo in maniera quasi automatica, senza prestare troppa attenzione alle parole che usiamo; a meno che, ovviamente, le parole non siano il nostro mestiere… in quel caso è normale e necessario farlo.

 

Oggi poniamo la nostra attenzione sulle parole composte: la nostra lingua ne è piena, ma non sempre ne siamo consapevoli. Niente di male, per carità… se non fosse che ogni tanto occorre scriverle al plurale, ed ecco lì che spuntano gli errori!

 

Partiamo dall’inizio: la composizione in linguistica è il processo per cui una nuova parola si genera a partire dall’unione di due o più parole o radici; il risultato è una parola composta

Le parole composte possono essere di diversi tipi, e il loro plurale si comporta in maniera diversa, a seconda degli elementi che le compongono.

 

Ad esempio, possiamo avere parole composte da nome + nome, nome + aggettivo (e viceversa), aggettivo + aggettivo, aggettivo + verbo e via dicendo. 

Da questo punto di vista, arcobaleno, pescespada, cassaforte, francobollo, chiaroscuro, passaporto, cavalcavia sono tutte parole formate in maniera diversa, perciò il loro plurale si forma in maniera diversa. 

 

Alcuni sono più intuitivi, come ad esempio quelli delle parole composte con un verbo, altri richiedono un po’ di attenzione in più: siccome l’argomento è molto vasto, preparati, perché lo tratteremo in più puntate!

 

So che detta così potresti sentirti un po’ scoraggiato, ma tranquillo: lo affronteremo un passo alla volta, andando a vedere i casi dove è più probabile commettere un errore e le eccezioni più ostiche da tenere a mente!

 

Perché lo scopo di questa rubrica non è quello di insegnare la grammatica e l’ortografia al mondo intero, magari alternate a un po’ di linguistica ed etimologia (anche se l’idea mi piace molto… o non sarei la Penna Rossa!), ma di aiutare te a imparare “come scrivere bene” i testi per la comunicazione della tua azienda.

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Oggi quindi tratteremo delle parole composte da nome + nome e di come si forma il loro plurale: iniziamo!

 

 

scrivania con portatile, agenda e tazza

Nick Morrison on Unsplash

 

 

SOSTANTIVI E GENERI

Prima di tutto, definiamo bene ciò di cui stiamo parlando, per essere sicuri di averlo ben chiaro. Secondo la Treccani, un nome, o sostantivo, è:

 

sostantivo agg. e s. m. [dal lat. substantivus, agg., «che può stare da sé, autonomo» (der. di substare; v. sostanza)]. – 1. In grammatica e in linguistica, nome s., e più com. sostantivo s. m., parte del discorso che indica una singola persona, un singolo animale o una singola cosa, o una classe di persone, animali o cose.

 

Con genere invece, si intende maschile o femminile (la lingua italiana non prevede il genere neutro, a differenza del latino o dell’inglese).

 

Quando abbiamo a che fare con parole composte da due sostantivi, le regole per la formazione del plurale cambiano a seconda del fatto che si abbia a che fare con due sostantivi dello stesso genere, quindi due maschili o due femminili, oppure due sostantivi di genere diverso, quindi un maschile e un femminile.

 

Andiamo a vedere come si comportano!

 

ragazza con la parte inferiore del volto coperta da un libro

Sincerely Media on Unsplash

 

 

 

NOME + NOME: STESSO GENERE

Caso numero 1: se la parola è composta da due sostantivi del medesimo genere, di norma al plurale viene modificato solo il SECONDO elemento.

Vediamo qualche esempio.

 

1. Maschile + maschile

 

  • Arcobaleno: arco + baleno -> arcobaleni
    (e non *archibaleni, né *archibaleno)
  • Pescecane: pesce + cane -> pescecani
    (e non *pescicani, né *pescicane)

 

2. Femminile + femminile

 

  • Cassapanca: cassa + panca -> cassapanche
    (e non *cassepanche né *cassepanca)

 

  • Madreperla: madre + perla: -> madreperle
    (e non *madriperle né *madriperla)

 

persone sedute che danno la schiena alla camera

Lauren Richmond on Unsplash

 

 

NOME + NOME: GENERE DIVERSO

Caso numero 2: se la parola è composta da due sostantivi di genere diverso, di norma al plurale viene modificato solo il PRIMO elemento.

 

Vediamo qualche esempio.

 

  • Pescespada: pesce + spada -> pescispada
    (e non *pescespade o *pescispade)
  • Grillotalpa: grillo + talpa -> grillitalpa
    (e non *grillitalpe o *grillitalpe)

 

 

Ovviamente… ci sono alcune eccezioni, o non sarebbe abbastanza divertente! 

 

Ci sono infatti alcune parole che, per un motivo o per l’altro si sono cristallizzate nell’uso in una determinata maniera, come boccaporto, banconota e ferrovia.

 

  • Boccaporto
    bocca (f) + porto (m): anche se i due sostantivi sono di genere diverso, in questo caso si modifica il secondo, e abbiamo boccaporti.
  • Banconota
    banco (m) + nota (f): come boccaporto, anche in questo caso si modifica il secondo elemento e non il primo, dando origine a banconote.
  • Ferrovia
    ferro (m) + (f): come i due casi precedenti, si modifica il secondo elemento e non il primo, dando origine a ferrovie.
    In questo caso, la spiegazione è il fatto che ferro venga percepito con funzione quasi aggettivale, poiché la parola ferrovia a lungo tempo ha coesistito con locuzioni come strada ferrata o via di ferro (calco dal francese).

 

persone che si guardano

Bin Thieu on Unsplash

 

 

QUINDI…

Ricapitolando, la questione di oggi si può riassumere in un semplice concetto:

Quando abbiamo una parola composta nome + nome, il plurale si forma
– cambiando il SECONDO elemento, se i due nomi sono dello stesso genere
– cambiando il PRIMO elemento, se i due nomi hanno genere diverso

 

Arcobaleno -> arcobaleni

Pescespada -> pescispada

 

Tutto chiaro?

 

Ora sta a te!

 

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E per scoprire altri errori da NON fare…

… ci vediamo lunedì prossimo!

 

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

BARATTER P., Il punto e virgola. Storia e usi di un segno, Carocci, Roma 2018.

BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.

BERRUTO G., Corso elementare di linguistica generale, UTET, Torino 2012.

CANNAVACCIUOLO A., Manuale di copywriting e scrittura per il web, Hoepli, Milano 2019.

CERRUTI M., CINI M., Introduzione elementare alla scrittura accademica, Laterza, Roma-Bari 2010.

D’ACHILLE P., L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2006.

DEL BONO G., La bibliografia, Carocci, Roma 2000.

DELLA VALLE V., PATOTA G., Piuttosto che: cose da non dire, cose da non fare, Sperling&Kupfer, Milano 2013.

FANCIULLO F., Introduzione alla linguistica storica, Il Mulino, Bologna 2007.

EDIGEO (a cura di), Manuale di redazione, Editrice Bibliografica, Milano 2013.

GHENO, V., Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi), Franco Cesati Editore, Firenze 2016.

GIUNTA, C., Come non scrivere, Utet, Milano 2018.

MARTINUCCI A., Guida alla bibliografia internazionale, Editrice Bibliografica, Milano 1994.

MIDDENDORP J., TWOPOINTS.NET, Type Navigator. The Independent Foundries Handbook, Gestalten, Berlin 2011.

MORTARA GARAVELLI B., Prontuario di punteggiatura, Laterza, Bari-Roma 2020.

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SCALA F., Piccolo manuale del correttore di bozze, Modern Publishing House, Milano 2011.

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SITOGRAFIA

Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it

Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

 

GHENO, V., Tutto il mondo è paese: il bello della contaminazione linguistica, 14 luglio 2020, Zanichelli Online https://dizionaripiu.zanichelli.it/cultura-e-attualita/glossario/tutto-il-mondo-e-paese-il-bello-della-contaminazione-linguistica/

 

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