Una questione molto dibattuta
C’è un momento nella vita che prima o poi arriva per tutti: può avvenire presto, mentre stiamo ancora studiando, può avvenire a studi conclusi, può essere un momento pieno di entusiasmo o pieno di ansie, o entrambi…
… il momento di cercare lavoro.
E quindi ci ritroviamo, per la prima volta nella vita alle prese con la stesura del nostro curriculum vitae, il famigerato documento che dovrebbe testimoniare il nostro percorso di vita fino a quel momento, le nostre capacità professionali e le nostre aspirazioni, che verrà valutato più o meno bene per decidere del nostro destino, almeno per un po’.
Dopodiché, se invece decidiamo di aprire la nostra azienda, arriverà un momento in cui saremo noi a dover valutare i curriculum di altre persone…
e lì ci rendiamo conto di quanto questo foglio possa essere un’ottima presentazione, se scritto bene e con criterio, oppure una pessima prima impressione, se sgrammaticato o palesemente inventato.
Perché devi sapere che prima di diventare la Penna Rossa, per un po’ ho lavorato in un ufficio di risorse umane, e tra le mie mansioni c’era proprio quella di valutare i curriculum e le lettere di presentazione.
Per lo più, uno scempio.
Lasciamo un attimo da parte il fatto che sarebbe cosa buona e giusta che insegnassero a scuola a scrivere un curriculum come si deve, che trasmetta qualcosa e non sia un banale elenco di date e frasi fatte (“capacità di lavoro in team”, “capacità di risolvere i problemi”, “orientato ai risultati”: grazie tante, è come scrivere “so legarmi le scarpe da solo la mattina” oppure “prometto di non scatenare risse in ufficio”, mi pare il minimo)…
… ma ti lascio solo immaginare la quantità stratosferica di errori di ortografia e grammatica!
Atroce.
Proprio una pessima impressione, di sciatteria e noncuranza.
E quindi, ora che sei dall’altra parte della scrivania, scommetto che NON vuoi dare quell’impressione ai tuoi dipendenti… o ai tuoi clienti.
Quindi, per prima cosa, per evitare questo rischio e scoprire quali altri errori NON commettere mai, CLICCA QUI per iscriverti alla newsletter e non perderti neanche un articolo della Penna Rossa!
E ora… andiamo a esaminare il problema ortografico di oggi: qual è il plurale corretto di curriculum?
(Metti che tu debba scrivere un annuncio per ricercare personale… ti tornerà sicuramente utile!)
Brooke Lark on Unsplash
UN PO’ DI STORIA
La locuzione curriculum vitae, come certamente saprai, deriva dal latino e significa letteralmente “corso della vita in breve”.
La Treccani lo descrive così:
curriculum: 1. La carriera scientifica, burocratica o accademica di una persona; il resoconto sommario delle successive fasi di tale carriera, da allegare, in genere, a domande di concorso, di assunzione e sim. Anche, gli avvenimenti principali della vita di una persona. 2. In pedagogia e nelle teorie della didattica, organizzazione pianificata di tutti gli aspetti (obiettivi, contenuti, metodi, valutazioni) di un corso di studî.
Si tratta di un latinismo, ovvero di una parola latina che è entrata solo successivamente nella lingua italiana: la prima attestazione risale al 1892.
In italiano, poiché la nostra lingua non prevede il genere neutro, prende come genere grammaticale il maschile.
E il plurale?
Se andiamo a osservare le regole della declinazione latina, in latino il plurale di curriculum, parola di genere neutro della seconda declinazione, è curricula.
Ma…
c’è un ma enorme: noi non siamo parlanti latini e non parliamo latino ma italiano: i pochi che al giorno d’oggi possono dire di parlare latino sono alcuni filologi e teologi… e non è il nostro caso.
E quindi… le regole cambiano!
Luca Tosoni on Unsplash
E OGGI?
L’italiano è indubbiamente una lingua neolatina, ovvero che deriva dal latino…
ma non è latino!
Questo significa che le regole grammaticali non sono le stesse, e che noi, in quanto parlanti italiani, siamo tenuti a seguire le regole della grammatica italiana.
Secondo queste regole, curriculum è a tutti gli effetti un forestierismo, ovvero una parola straniera entrata nell’uso comune. Abbiamo già affrontato insieme il discorso dei forestierismi, quindi se vuoi approfondire CLICCA QUI per leggere l’articolo di approfondimento.
In breve, la prassi generale per tutti i forestierismi è questa:
I forestierismi che entrano nella nostra lingua mantengono invariata la forma con la quale sono entrati, che si tratti di quella singolare o quella plurale; rimane comunque una sola, cristallizzata, che vale per entrambi.
Pensa ad esempio a computer, email, baguette, babysitter (forme singolari, che rimangono invariate al plurale), oppure a jeans e tapas (forme plurali, che rimangono invariate al singolare).
Perciò…
essendo una parola straniera entrata a far parte del lessico italiano, curriculum è cristallizzato nella sua forma singolare, e anche al plurale dovremo scrivere curriculum.
Lo so, può capitare che alcuni preferiscano fare sfoggio di cultura e usare il plurale latino curricula, convinti di essere nel giusto (tra l’altro, alcuni vocabolari lo rilevano come uso accettabile) ma…
non è una scelta coerente e motivata.
Pensa a parole come referendum, forum, solarium, ultimatum, album: diresti mai, parlandone al plurale, referenda, fora, solaria, ultimata, alba?
Non penso proprio, altrimenti sarebbero cascate di bacchettate.
E quindi… curriculum rientra esattamente in quella tipologia di vocaboli, e rimane curriculum anche al plurale.
Austin Distel on Unsplash
UNA VARIANTE ACCETTABILE
Se proprio sentiamo l’irrefrenabile esigenza di avere una forma plurale di questa parola, esiste un’alternativa che fa per noi: la versione italianizzata di questa parola.
Ovvero, curricolo, che al plurale fa, come di norma, curricoli.
In questo caso, la parola non è più un forestierismo: abbiamo a che fare con un parola che è a tutti gli effetti italiana, e quindi segue le normali regole di flessione.
Certo, è meno usata di curriculum, ma rimane corretta e attestata nei dizionari.
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QUINDI…
Ricapitolando quel che abbiamo visto oggi:
GRAFIE DA USARE
Il curriculum / I curriculum
Il curricolo / I curricoli
GRAFIE DA EVITARE
I curricola
E se qualcuno ti troverà da ridire…
saprai difendere le tue ragioni: la grammatica è dalla tua parte!
Ora tocca a te!
Cura i tuoi testi nei minimi dettagli, e soffermati sempre a pensare a quello che stai scrivendo: non scrivere qualcosa solo perché “lo hai sentito dire”, ma sii coscienzioso e controlla sempre scrupolosamente… anche se si tratta di un “semplice” annuncio di ricerca personale.
La prima impressione si ha una volta sola… e scommetto che vuoi dare di te e della tua azienda la migliore possibile!
Sei impaziente di metterti alla prova?
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E per scoprire altri errori da NON fare…
… ci vediamo lunedì prossimo!
La Penna Rossa
BIBLIOGRAFIA
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SITOGRAFIA
Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it
Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com
Treccani online – treccani.it
Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it