Problemi di numero
A chi non piace gustarsi un bel piatto fumante di lasagne?
Ma anche se tutti concordiamo sulla loro bontà… non tutti concordiamo sul chiamarle al singolare o al plurale.
Qual è la forma corretta?
Siamo italiani, e indubbiamente il cibo è una componente fondamentale della nostra cultura.
Il cibo è un momento di aggregazione e condivisione, una tradizione: non solo ci piace mangiare, ma adoriamo discutere di cibo.
E spesso con discussioni molto accese: “Nella carbonara ci va il guanciale e non la pancetta”, “L’ananas sulla pizza è un’eresia”, “Arancina o arancino?” e via dicendo.
Ogni regione ha i suoi piatti tipici e i suoi modi particolari di chiamare determinati cibi (pensa all’Emilia-Romagna e al sempiterno dibattito su gnocco-tigelle-crescentine: ormai vivo qui da tre anni, ma ho sempre il terrore di usare la parola sbagliata con l’emiliano sbagliato).
Tra tutti i piatti italiani, la pasta è sicuramente uno dei più iconici e amati (e quindi, capace di scatenare discussioni)… e il lessico riflette questo fatto: i nomi per chiamare i tipi di pasta sono tantissimi.
E qui entrano in gioco la Penna Rossa e l’argomento di oggi: in mezzo a questo oceano lessicale di infinite varianti e regionalismi, qual è il modo giusto di scrivere lasagne?
Al singolare o al plurale?
E perché ci sono due forme?
A un occhio disattento può sembrare una piccolezza, ma se sei un ristoratore, o in qualche modo la tua azienda ha a che fare con il cibo (ed essendo in Italia è molto probabile), la questione diventa importantissima: non vuoi che i tuoi clienti ti prendano per un incompetente, giusto?
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E ora…
andiamo a scoprire se si scrive lasagne o lasagna!
UN PO’ DI STORIA
Tutti sappiamo cosa siano le lasagne: sfoglie di pasta alternate a strati di condimento.
Una delle ricette più diffuse è quella che prevede ragù e besciamella, ma ovviamente le varianti sono tantissime: bianche, con il pesto, senza carne, con le polpette e via dicendo.
Quello che magari non sai è che la storia di questo piatto è molto antica, e risale addirittura al Medioevo (il che le qualifica, probabilmente, come il primo tipo di pasta italiana): se ne trova menzione nel Liber de coquina, scritto alla corte angioina di Napoli all’inizio del Trecento.
Questa primissima ricetta prevedeva strati alternati di pasta (cotta nel brodo di cappone) conditi con formaggio grattugiato e spezie; la besciamella è stata un’acquisizione soltanto settecentesca.
Fin da subito sono state caratterizzate come “piatto da festa” o da sfoggiare con gli ospiti.
Nel Seicento, la cottura divenne al forno e non nel brodo; nel 2003 l’Accademia italiana della cucina deposita ufficialmente la ricetta delle lasagne verdi alla bolognese (con spinaci nell’impasto della pasta e condite con ragù emiliano, parmigiano, burro e besciamella).
Nel frattempo, le ricette regionali continuano a moltiplicarsi e prosperare.
Ma da dove arriva il nome in sé?
L’etimologia è incerta, poiché vi sono diverse ipotesi:
- Latino: da lasanum, “pentola”
- Greco: da lavsanon, “treppiede da cucina”
- Stessa origine di losanga “rombo”, che a sua volta deriva dal gallico lausina, derivato di lausa “pietra piatta”
- Arabo: lawzig, dolce di mandorle fatto a strati farciti
La questione rimane aperta: quello che possiamo osservare, è che dal punto di vista semantico avrebbe senso usare la forma singolare lasagna accostandola al significato di losanga, mentre con la forma plurale si fa di solito riferimento al piatto preparato.
Ma questo, come vedremo, non esclude il fatto che le due forme oggi possano essere semplicemente sinonimi.
Come lo scopriamo?
Consultando i dizionari e andando a ricercare le consuetudini d’uso!
QUAL È LA FORMA CORRETTA?
A questo punto, è giunta l’ora di consultare la nostra fedele Treccani:
laṡagna s. f. [lat. *lasania, der. di lasănum, nome di un recipiente, dal gr. λάσανον]. – 1. a. Forma di pasta all’uovo lunga, tagliata a mano o a macchina in larghe strisce, lisce o leggermente ondulate, lessate e disposte a strati con besciamella e varî altri ingredienti, caratteristica della cucina emiliana e romagnola. Più com. al plur.: un piatto di lasagne; lasagne al sugo, al forno, alla bolognese; un pasticcio, un timballo di lasagne; l. verdi, preparate mescolando nell’impasto un passato di spinaci.
La prima cosa che possiamo osservare è che il lemma è in forma singolare (come si usa, in generale, per tutti i lemmi presenti nei vocabolari); tuttavia, la voce segnala che la forma più comunemente usata è quella al plurale.
Ampliando la ricerca, scopriamo che nei contesti informali, nei modi di dire e in generale in ambito culinario la forma più diffusa è senza dubbio quella al plurale.
Anche in registri linguistici più sorvegliati, come giornali o testi di saggistica, sembra confermarsi la stessa tendenza, ma con un’evoluzione recente.
Se andiamo a osservare l’uso scritto nel corso dei secoli, infatti, le due forme si sono sempre alternate, anche se il plurale risultava più diffuso; la forma singolare torna alla ribalta soltanto negli anni 2000.
Oggi, di fatto, se cerchiamo “lasagna” su Google (usando le virgolette, altrimenti il motore di ricerca include in automatico “lasagne”), otteniamo 37.700.000 risultati; se invece cerchiamo “lasagne” ne otteniamo 40.700.000.
Perciò, ne emerge che le due forme sono usate entrambe e sono entrambe ugualmente corrette.
Come abbiamo accennato poco fa, è anche interessante rilevare la recente moda linguistica di usare lasagna (ma anche spaghetto, fusillo, e via dicendo) al singolare, tendenzialmente in contesti informali oppure per cercare di “dare un tono” più alto al testo (tentativo puramente illusorio, perché di fatto non c’è nulla che identifichi la forma singolare come più “letteraria”).
QUINDI…
Quale che sia la tua ricetta preferita,
Lasagna o lasagne sono entrambe alternative corrette.
Tocca a te scegliere: e qual è il criterio migliore? Quello di usare il termine che i tuoi clienti preferiscono.
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Perché ricorda sempre: non scrivi per te, ma per i tuoi Clienti.
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E per scoprire altri errori da NON fare…
… ci vediamo lunedì prossimo!
La Penna Rossa
BIBLIOGRAFIA
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