I titoli delle opere d’ingegno
Un fatto di sangue nel comune di Siculiana fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici. Amore-Morte-Shimmy. Lugano belle. Tarantelle. Tarallucci e vino.
Tranquillo, non sono impazzita e ho iniziato a scrivere parole a caso: quello che vedi è nientepopodimeno che un titolo detentore di un record nel Guinness dei Primati, quello di titolo di film più lungo.
Sono ben 179 caratteri, e il record è tuttora imbattuto.
Si tratta di un film italiano del 1978 di Lina Lina Wertmüller con Sophia Loren e Marcello Mastroianni; negli Stati Uniti non colsero la bellezza un po’ nonsense di questo titolo e si limitarono a intitolare il film Revenge.
E pensa che c’è di peggio: il titolo di libro più lungo al mondo, scritto da un indiano e pubblicato in Kyrgyzstan nel 2019, conta ben 26.021 caratteri; .
Potremmo andare avanti all’infinito a scoprire quali sono i titoli più lunghi: esiste un record per qualsiasi cosa ti possa venire in mente… e anche per categorie a cui non penseresti mai.
Le opere di ingegno sono moltissime e di diversi tipi, ma tutte hanno una caratteristica in comune: ognuna è identificata da un titolo.
Ed ecco quello che ci interessa scoprire oggi: come si scrivono questi titoli… ovvero, dove e quando sono necessarie le maiuscole nei titoli delle opere d’ingegno?
Solo la prima parola? Tutte le parole? Tutte le lettere?
E se invece volessi citare un titolo in inglese?
E che succede quando prima del titolo devi mettere una preposizione articolata? I promessi sposi può diventare “nei Promessi sposi”?
Come vedi, i dubbi possono essere molti; inoltre, è improbabile che non ti si mai capitato di citare il titolo di qualcosa nei testi per la comunicazione online della tua azienda.
Siamo circondati di opere di ingegno, e citarle può tornarti utile in diversi modi:
- Il titolo di un libro o di un articolo per dare credibilità e dimostrare quello che stai dicendo
- Il titolo di una canzone famosa per creare atmosfera o raccontare una storia
- Il titolo dell’ultimo film uscito al cinema per creare un legame con uno specifico target
E così via…
Non dimentichiamolo mai, questa rubrica esiste per un motivo ben preciso: rendere i testi per la comunicazione online della tua azienda a prova di refuso, affinché possano mostrare tutta la tua competenza al meglio. Perciò, per non perderti le prossime puntate, CLICCA QUI per iscriverti alla newsletter e non perderti neanche un articolo della Penna Rossa per imparare come scrivere bene!
E ora…
Andiamo a scoprire come usare le maiuscole quando nei titoli delle opere d’ingegno!
Andrea Piacquadio on Pexels
MAIUSCOLE… E OCCHIO ALLE PREPOSIZIONI!
La regola generale, per quanto riguarda le convenzioni della lingua italiana, è sempre la stessa: trattandosi di fatto di un nome proprio, il titolo di qualcosa si scrive con la prima lettera maiuscola.
Esempi: Vestiti bene e prendi il web a mazzate.
Il barone rampante.
Via col vento.
Impressioni di settembre.
Ovviamente, se nel titolo compaiono parole che richiedono la maiuscola, come ad esempio nomi propri di persona, la mantengono.
Esempi: Il gabbiano Jonathan Livingstone
Harry Potter e la pietra filosofale.
Lo strano caso di Benjamin Button.
Non è Francesca.
Fin qui, tutto nella norma… ma ora le cose si complicano.
Come vedi, non serve mettere maiuscole ovunque (come invece si usa con i titoli inglesi, che vedremo dopo).
Tuttavia…
a volte ti capiterà di vedere, soprattutto per i libri anteriori al XIX secolo che sono considerati grandi classici, un diverso uso delle maiuscole, che vengono messe a ogni parola (tranne articoli, preposizioni e congiunzioni che non siano iniziali).
Esempi: I Promessi Sposi.
Orlando Furioso.
Divina Commedia.
Tecnicamente non è sbagliato, ma può essere sconsigliato: in ogni caso, questo tipo di uso delle maiuscole è da evitare quando siamo in presenza di titoli lunghi.
C’è però una cosa a cui dobbiamo fare molta attenzione.
Fernando Acros on Pexels
I titoli il cui primo elemento è un articolo determinativo (il, lo, la, i, gli, le) possono creare problemi quando si deve decidere se incorporare o meno l’articolo in una preposizione articolata per meglio armonizzarli nella costruzione della frase.
Come è meglio comportarsi?
- Opzione preferibile: incorporare l’articolo in una preposizione articolata. In questo caso, la maiuscola passa alla parola successiva.
Esempio: Il rosso e il nero -> Nel Rosso e il nero di Stendhal, si narra che…
Si può anche scegliere di mantenere l’articolo separato: l’effetto sarà più ricercato e a volte un po’ affettato.
Esempio: Gli indifferenti -> Un saggio critico sugli Gli indifferenti di Moravia
- Opzioni da evitare
Preposizione di: in passato, si usava moltissimo sostituirla alla bisogna con il de; oggi si tende a evitarlo.
Esempio: Il signore degli anelli -> L’autore del Signore degli anelli (e non l’autore de Il signore degli anelli)
Preposizione in: l’uso di sostituirla con ne, molto diffuso in passato, è oggi decisamente sconsigliato, perché del tutto ingiustificato dal punto di vista storico-linguistico.
Esempio: Lo hobbit -> Nello Hobbit, una compagnia di tredici Nani… (e NON ne Lo hobbit, una compagnia di tredici Nani…)
Skitterphoto on Pexels
E L’INGLESE?
In questo caso, l’inglese segue delle regole differenti; siccome può capitarti di citare il titolo di un’opera d’ingegno in questa lingua, è importante capire come usare le maiuscole in maniera corretta.
In breve: l’inglese mette le maiuscole ovunque.
Ma andiamo a vedere nello specifico.
Vanno scritte con l’iniziale maiuscola:
- La prima e l’ultima parola.
- Ogni aggettivo, avverbio, nome, pronome e verbo.
- Le preposizioni che sono lunghe cinque lettere o più; parti di verbi frasali o la prima parola in una preposizione composta.
Vogliono invece l’iniziale minuscola:
- Articoli.
- Preposizioni e e congiunzioni coordinanti composte da meno di cinque lettere.
- La particella to come parte di un infinito.
Perciò, per fare qualche esempio, avremo:
The Lord of the Rings.
God Save the Queen.
Bohemian Rhapsody.
Ten Little Indians.
Harry Potter and the Philosopher’s Stone.
Quindi, se per caso ti viene la tentazione di infilare maiuscole ovunque senza un motivo preciso mentre stai citando il titolo di un’opera italiana, non farlo; ricordati che si tratta di una convenzione inglese e non italiana.
Ready Made on Pexels
QUINDI…
Con oggi abbiamo concluso l’argomento maiuscole, focalizzandoci sull’argomento opere d’ingegno.
Se vuoi recuperare le puntate precedenti, le trovi qui:
- Maiuscole in generale (CLICCA QUI per rileggerlo)
- Maiuscole e geografia (CLICCA QUI per rileggerlo)
- Maiuscole, storia e persone (CLICCA QUI per rileggerlo)
In generale, ricorda sempre:
I nomi propri (di qualsiasi cosa siano) vogliono SEMPRE la maiuscola.
I nomi comuni vogliono la minuscola.
Non aver paura di scrivere e di riscrivere… e ovviamente di consultare un dizionario in caso di dubbio!
Ora tocca a te!
Cura i tuoi testi al massimo, non aver paura di correggere più e più volte o di consultare un dizionario: dopo tutto, sono il primo biglietto da visita che i tuoi clienti vedono di te: devi cogliere l’occasione e presentarti al meglio!
Sei impaziente di metterti alla prova?
Allora non aspettare: abbiamo una sorpresa per te!
è uscito da pochissimo il SECONDO libro del Sarto: COMUNICAZIONE SU MISURA: la STRATEGIA DIGITALE che porta la tua azienda al SUCCESSO!
Sei pronto a imparare le tecniche del Sarto per impostare la strategia in grado di portare alla tua azienda il fatturato che hai sempre sognato?
Clicca qui per acquistarlo subito la tua copia!
E per scoprire altri errori da NON fare…
… ci vediamo lunedì prossimo!
La Penna Rossa
BIBLIOGRAFIA
BARATTER P., Il punto e virgola. Storia e usi di un segno, Carocci, Roma 2018.
BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.
BERRUTO G., Corso elementare di linguistica generale, UTET, Torino 2012.
CANNAVACCIUOLO A., Manuale di copywriting e scrittura per il web, Hoepli, Milano 2019.
CERRUTI M., CINI M., Introduzione elementare alla scrittura accademica, Laterza, Roma-Bari 2010.
D’ACHILLE P., L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2006.
DEL BONO G., La bibliografia, Carocci, Roma 2000.
DELLA VALLE V., PATOTA G., Piuttosto che: cose da non dire, cose da non fare, Sperling&Kupfer, Milano 2013.
FANCIULLO F., Introduzione alla linguistica storica, Il Mulino, Bologna 2007.
EDIGEO (a cura di), Manuale di redazione, Editrice Bibliografica, Milano 2013.
GHENO, V., Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi), Franco Cesati Editore, Firenze 2016.
GIUNTA, C., Come non scrivere, Utet, Milano 2018.
MARTINUCCI A., Guida alla bibliografia internazionale, Editrice Bibliografica, Milano 1994.
MIDDENDORP J., TWOPOINTS.NET, Type Navigator. The Independent Foundries Handbook, Gestalten, Berlin 2011.
MORTARA GARAVELLI B., Prontuario di punteggiatura, Laterza, Bari-Roma 2020.
PENSATO R., Manuale di bibliografia, Editrice Bibliografica, Milano 2007.
SCALA F., Piccolo manuale del correttore di bozze, Modern Publishing House, Milano 2011.
SCALA F., SCHIANNINI D. (a cura di), Piccolo manuale di editing, Modern Publishing House, Milano 2009.
SERIANNI L., Italiano, Garzanti, Torino 2000.
SITOGRAFIA
Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it
Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com
Treccani online – treccani.it
Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it