Apostrofi e dilemmi
L’apostrofo: un grazioso segno paragrafematico (ovvero, che fornisce istruzioni a livello sintattico e testuale per agevolare le operazioni di lettura) del quale non possiamo fare a meno.
Magari lo hai sentito definire “rosa” e paragonare nientemeno che a un bacio situato tra le parole t’amo, per usare le parole di Cyrano de Bergerac, se sei appassionato di letteratura francese… o delle canzoni di Francesco Guccini.
Oppure, rimanendo molto più terra terra, ti sei trovato di fronte a uno degli strafalcioni più gettonati della nostra lingua, anche se qualsiasi correttore ortografico automatico lo segnala subito con una linea zigrinata rossa: il temibile qual’è, scritto con un apostrofo che non ha alcuna ragione di esistere…
se non di attirarsi BACCHETTATE a volontà!
(Ne abbiamo parlato QUI: clicca per rileggere l’articolo.)
Ma non di soli qual’è si nutrono le penne rosse: oggi vediamo un altro bruttissimo errore, da non commettere mai:
qualcun’altro.
NON SI FA.
Punto.
Specialmente quando si tratta della comunicazione online della tua azienda: i refusi e gli errori grammaticali sporcano irrimediabilmente i tuoi testi, ammantandoli di una patina di superficialità e poca professionalità… e allontanando i lettori/clienti.
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Di quale dei due ti fideresti di più?
Scommetto del secondo: se qualcuno mette cura in ogni aspetto del suo lavoro, fin nei minimi dettagli, probabilmente sarà molto bravo e affidabile in ogni aspetto del suo lavoro… e pronto a risolvere qualsiasi problema legato all’acquisto.
Ecco perché oggi ci concentriamo su questo: perché qualcun altro non vuole l’apostrofo? E perché qualcun’altra invece lo vuole?
Andiamo a scoprirlo!
Clara Tessier on Artstation
QUALCUNO E QUALCUNA
Per prima cosa, inquadriamo il nostro soggetto: si tratta di qualcuno, ovvero un pronome indefinito. Esiste anche la forma femminile, qualcuna, ma non esiste forma plurale.
La Treccani riporta:
Qualcuno pron. indef. [comp. di qualche e uno]. 1. Indica un numero indeterminato ma solitamente ristretto di cose o persone, che può essere costituito anche da una sola unità; ha soltanto la forma del sing., con il femm. qualcuna (fuorché in alcuni rari usi pop.): […] hai ancora q. di quegli inviti?; ne dirà, ne farà qualcuna delle sue, delle sue stramberie, ecc.; in partic., con riferimento a persona: dell’equipaggio, solo q. riuscì a trarsi in salvo, poche persone; […]
2. Con funzione di sost., per indicare persona di qualche importanza: sono diventato q.
Fin qui, non ci sono problemi.
Ma quando a questo pronome segue la parola altro/altra?
Si verifica un incontro tra vocali, perciò qualcosa cambia.
Se si tratta del femminile, abbiamo qualcun’altra; se si tratta del maschile, la forma corretta è qualcun altro.
Mi raccomando: al maschile, niente apostrofo!
A questo punto, giustamente potresti chiederti perché: in un caso sparisce la a e si mette l’apostrofo, nell’altro sparisce la o ma l’apostrofo non si mette.
Questo accade perché…
esiste la forma qualcun.
Ricordi quello che abbiamo appena letto sulla Treccani?
Qualcuno deriva da qualche + uno, l’articolo determinativo; perciò dobbiamo rifarci alle regole degli articoli determinativi.
Ne abbiamo parlato in QUESTO articolo, ma per comodità ora ti riassumo brevemente i concetti chiave.
UN: articolo maschile; viene infatti utilizzato per tutte le parole maschili che iniziano per vocale, e la maggior parte di quelle che iniziano per consonante (eccetto quelle che richiedono uno).
Esempi: un cavaliere, un aereoplano.
UNO: articolo maschile, si usa davanti a parole che cominciano con i o j con il valore di semiconsonante, gn di gnomo, ps, pn, x, y, z, oppure davanti a parole che cominciano con una consonante seguita da un’altra consonante (diversa da l o r).
Esempi: uno gnomo, uno psicologo, uno stinco.
UNA: articolo femminile, quindi si usa sempre davanti a una parola femminile. Se la parola seguente inizia per vocale, una si apostrofa in un’.
Esempi: una pigna, un’avvocata.
Perciò…
Normalmente usiamo qualcuno, ma se dopo c’è altro dobbiamo usare qualcun, perché non avviene alcuna elisione, come nel caso di qualcun’altra, bensì un troncamento.
Ketut Subyanto on Pexels
ELISIONE E TRONCAMENTO
Per comprendere meglio questo fenomeno, è necessario distinguere due diversi fenomeni linguistici: elisione e troncamento.
In sostanza, entrambi indicano che è sparito qualcosa, che è stato tolto un pezzo.
L’elisione vocalica indica la caduta della vocale finale di una parola davanti alla vocale iniziale della parola seguente: per esempio, non scriveresti mai lo albero al posto di l’albero, ma userai sempre l’apostrofo.
Con troncamento, invece, si indica la caduta della vocale (o della sillaba) finale di una parola che può avvenire sia davanti a una vocale sia davanti a una consonante. In questo caso, l’apostrofo non è necessario (anche se esistono alcune eccezioni), come per esempio in Gran Sasso (al posto di Grande Sasso), bel tramonto (al posto di bello tramonto).
Nel caso del nostro pronome, perciò, abbiamo visto che qualcuna è la forma femminile, perciò quando si trova davanti ad “altra” avviene l’elisione della -a di una che lascia spazio all’apostrofo.
Ma questo NON AVVIENE MAI per il maschile: poiché esistono sia qualcuno che qualcun, il caso “qualcun altro” non ha bisogno di alcuna elisione, di nessun apostrofo.
Markus Spiske on Pexels
QUINDI…
Ricapitolando, è molto semplice:
QUALCUN’ALTRA
QUALCUN ALTRO
Fine: stavolta, niente regole strane!
Ora tocca a te!
I testi per la tua comunicazione online ti aspettano, per aiutarti a far crescere la tua azienda come mai prima d’ora. Crea contenuti interessanti e scrivili per bene, eliminando senza pietà ogni refuso: i tuoi lettori si renderanno conto della differenza e della tua preparazione…
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E per scoprire altri errori da NON fare…
… ci vediamo lunedì prossimo!
La Penna Rossa
BIBLIOGRAFIA
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SITOGRAFIA
Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it
Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com
Treccani online – treccani.it
Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it