Questione di spazio

Dopodiché o dopo di che? 

Spazi e accenti: ci vanno o non ci vanno? Perché a volte servono, altre volte sono errori e basta? Esistono delle regole precise… e come fare a orientarsi?

 

*piccolo intermezzo: i doppi spazi tra le parole sono SEMPRE sbagliati, e sono BRUTTISSIMI a vedersi. Stai sempre attento a non usarli mai, altrimenti… BACCHETTATE!*

 

Oggi analizziamo una particolarità: parole che si uniscono per crearne un’altra, dando vita a una forma univerbata (che vuol dire appunto che da un sintagma, ovvero un insieme di parole, se ne trae una forma composta di un’unica parola). 

 

La cosa da sapere è che… a volte le due forme continuano a coesistere, altre no!

 

L’italiano è un lingua ricca e interessante, piena di sorprese… a studiarla non ci si annoia mai! Accenti e apostrofi, tempi verbali, etimologia delle parole e via dicendo… ci sarebbe da parlare per giorni e giorni! Non solo, è una lingua molto diffusa nel mondo: oggi ci sono 68 milioni di persone in grado di parlare italiano in 34 paesi diversi: togliendo gli italiani, rimangono ben 3,1 milioni di parlanti non madrelingua, secondo uno studio di Ethnologue del 2020. 

Non sono proprio pochi… ma secondo te, quanti sanno usarlo in maniera ineccepibile? Io penso di non volerlo sapere… gli errori sono sempre dietro l’angolo!

 

Nel dubbio, diamoci da fare per distinguerci e servirci dell’italiano nella maniera più corretta (e perché no, anche bella e interessante!) possibile: la Penna Rossa è qui per te proprio per questo! 

Insieme, ogni settimana, scopriremo gli errori che NON devi commettere quando scrivi, in particolare quando stai scrivendo testi per i tuoi clienti… per far sì che loro non si stanchino mai di leggerli

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E ora, andiamo a scoprire come si scrive dopo di che!

 

particolare di un affresco raffigurante dante alighieri

 

 

ATTACCATO O STACCATO?

Dopo di che è una locuzione avverbiale, che ha dato origine alla forma univerbata dopodiché; significa “in seguito a tale fatto”.

Es. Oggi finirò di leggere il libro, dopo di che ne scriverò la recensione.

 

Ma in che modo è più corretto scriverlo?

La risposta è…

… entrambi!

 

In questo caso, le due forme sono equivalenti, e scegliere una piuttosto che l’altra non comporta mai un errore.
(NB: hai notato l’utilizzo del piuttosto che? Ne abbiamo parlato qualche settimana fa: CLICCA QUI per rileggere l’articolo.)

 

Vediamo un po’ di dati: secondo la Treccani, dopodiché è una forma oggi più rara; secondo Google, cercando dopodiché abbiamo 4.760.000 risultati, con dopo di che ne abbiamo un po’ di più, 5.080.000.

Perciò, di fatto, sono diffuse praticamente alla stessa maniera: possiamo quindi scegliere quella che preferiamo per estetica, gusto personale… o per risparmiare caratteri se abbiamo un limite (come su Twitter, per esempio).

 

Lo stesso discorso vale per moltissime parole:

  • così che / cosicché
  • dopo tutto /dopotutto
  • per lo più / perlopiù
  • per lo meno / perlomeno
  • tanto meno / tanto meno
  • tutt’ora / tuttora

 

E via dicendo: in questi casi, puoi scegliere la forma che preferisci, che sia quella univerbata o quella “scomposta”.

 

Fin qui tutto semplice: potresti quasi pensare che sia sempre così, per tutte le parole univerbate.

 

E invece…

… NO.

 

Esistono parole che nell’italiano contemporaneo DEVONO sempre essere scritte separate:

  • a fianco
  • a meno che
  • a posto
  • a proposito
  • d’accordo
  • d’altronde
  • in quanto
  • quant’altro
  • tra l’altro
  • tutt’altro
  • tutt’uno

 

Ricordatelo bene: parole come affianco, apposto, approposito, daccordo usate al posto delle loro forme staccate, sono OBBROBRI da evitare assolutamente. Non c’è scampo.

 

Allo stesso modo, esistono parole che invece vanno per forza scritte attaccate:

  • almeno
  • apposta
  • benché
  • bensì
  • finché
  • nonché
  • perfino
  • pertanto
  • piuttosto
  • pressappoco
  • purtroppo
  • qualora
  • soprattutto
  • talora
  • talvolta
  • tuttavia

 

Frasi come “non l’ho fatto a posta sono SBAGLIATE, come anche orrori tipo pressa poco.
BACCHETTATE come se piovesse!

 

Ma come fare a capire se la parola in questione va per forza scritta attaccata, staccata… o se è indifferente?

Consulta un dizionario, sempre! Va bene sia cartaceo sia online… e ti toglierà sempre ogni dubbio!

 

pila di libri con davanti un libro aperto

Elisa Calvet on Unsplash

 

 

L’ACCENTO

Abbiamo quindi scoperto che nel caso di dopo di che, possiamo scriverlo sia tutto attaccato che staccato. Passiamo ora alla seconda questione: l’accento ci va o non ci va?

Dipende… ma c’è una regola ben precisa!

 

  • Dopodiché

In caso tu decida di usare la forma univerbata, hai a che fare con una parola tronca, ovvero che richiede l’accento sull’ultima sillaba.

Questo accento deve essere acuto, poiché la e finale si pronuncia chiusa.

NON va bene l’accento grave: dopodichè è sbagliato.

NON va bene nemmeno l’apostrofo: anche dopodiche è sbagliato e basta!

 

L’unica forma accettata e corretta in questo caso è DOPODICHÉ. Punto.

 

 

  • Dopo di che

Se invece decidi di usare la forma “originale”, composta da tre parole distinte, l’accento non ci va mai.

Non ci vuole nessun accento acuto, né grave, e tantomeno l’apostrofo: su DOPO DI CHE, non ci vuole nessun accento!

dopo di ché, dopo di chè, dopo di che’ -> tutti errori

dopo di che -> corretto!

 

 

Semplice, vero? 

 

Per ricordartelo, ti basta accostare dopodiché a perché, visto che hanno lo stesso accento; per quanto riguarda il dopo di che, ti basta pensare al semplice che. Scritto così, da solo, non ti verrebbe mai in in mente di accentarlo (vero?), quindi dilemma risolto!

 

persona che prende appunti su un block notes

Eugene Chystiakov on Unsplash

 

 

QUINDI…

Oggi abbiamo imparato che dopo di che si può scrivere sia staccato che attaccato… ma in quest’ultimo caso è obbligatorio l’accento acuto, che invece non va assolutamente messo in caso tu scelga la prima forma.

Non solo: abbiamo anche visto che esistono alcune parole simili che si possono scrivere in entrambi i modi, mentre per altre solo una delle due forme è corretta.

 

Perciò, ora sta a te!

 

Armati di dizionario, rimboccati le maniche, affila la penna (o accendi il pc) e inizia a scrivere… poi a rileggere, correggere e riscrivere, se vuoi che i tuoi testi siano belli, curati, interessanti e corretti, capaci non solo di catturare l’attenzione dei tuoi clienti, ma anche di mantenerla viva fino alla fine!

 

Sei impaziente di metterti alla prova?

 

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E per scoprire altri errori da NON fare…

…ci vediamo lunedì prossimo!

 

La Penna Rossa

 

BIBLIOGRAFIA

BECCARIA G.L., Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino 2004.

BERRUTO G., Corso elementare di linguistica generale, UTET, Torino 2012.

CANNAVACCIUOLO A., Manuale di copywriting e scrittura per il web, Hoepli, Milano 2019.

CERRUTI M., CINI M., Introduzione elementare alla scrittura accademica, Laterza, Roma-Bari 2010.

D’ACHILLE P., L’italiano contemporaneo, Il Mulino, Bologna 2006.

DEL BONO G., La bibliografia, Carocci, Roma 2000.

DELLA VALLE V., PATOTA G., Piuttosto che: cose da non dire, cose da non fare, Sperling&Kupfer, Milano 2013.

FANCIULLO F., Introduzione alla linguistica storica, Il Mulino, Bologna 2007.

EDIGEO (a cura di), Manuale di redazione, Editrice Bibliografica, Milano 2013.

MARTINUCCI A., Guida alla bibliografia internazionale, Editrice Bibliografica, Milano 1994.

MIDDENDORP J., TWOPOINTS.NET, Type Navigator. The Indipendent Foundries Handbook, Gestalten, Berlin 2011.

MORTARA GARAVELLI B., Prontuario di punteggiatura, Laterza, Bari-Roma 2020.

PENSATO R., Manuale di bibliografia, Editrice Bibliografica, Milano 2007.

SCALA F., Piccolo manuale del correttore di bozze, Modern Publishing House, Milano 2011.

SCALA F., SCHIANNINI D. (a cura di), Piccolo manuale di editing, Modern Publishing House, Milano 2009.

SERIANNI L., Italiano, Garzanti, Torino 2000.

 

SITOGRAFIA

Accademia della Crusca – accademiadellacrusca.it

Campagna a sostegno dell’uso corretto di Piuttosto che – piuttostoche.com

Treccani online – treccani.it

Zanichelli online – dizionaripiu.zanichelli.it

 

GHENO, V., Tutto il mondo è paese: il bello della contaminazione linguistica, 14 luglio 2020, Zanichelli Online https://dizionaripiu.zanichelli.it/cultura-e-attualita/glossario/tutto-il-mondo-e-paese-il-bello-della-contaminazione-linguistica/

 

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